pAlp fiction lab call – incontri ravvicinati per corpi che non (ci) stanno ad assistere
Come A/matrix abbiamo già avuto occasione di dirlo: in queste elezioni avremmo scelto a chi fare opposizione. e ora, senza tripudio né afflizione, ma con menti curiose, vogliamo iniziare subito a smuovere il terreno delle false rassicurazioni, perché non ci soddisfano le ridicole percentuali di rappresentanza femminile e la retorica pariopportunista che gli gira attorno, né crediamo di poter trovare riparo nelle politiche familiste che come al solito si risolvono in bonus-malus.
Vogliamo andare avanti nell’esercizio di un sano e consapevole conflitto e il primo passo che proponiamo di fare assieme è il progetto di un laboratorio su legge 40 e dintorni.
pAlp fiction
fiction è il feto che galleggia nello spazio oscuro dell’immaginario teocon, è la retorica astratta sulla vita, ma anche la politica mediatico-istituzionale che cerca di governare l’eccedenza di soggetti e desideri eccentrici
pAlp è l’invito a tornare alla materialità dei corpi come arma (im)propria per sovvertire quell’immaginario e liberare l’eccedenza
In cantiere ci sono 6 incontri, 3 dei quali vorremmo che si svolgessero tra metà maggio e giugno. Il primo per rilanciare un’opposizione politica alla legge 40, il secondo per allargare la visuale e discutere di sessualità anziché solo di riproduzione, il terzo per parlare di ricerca e immaginario tecnoscientifico.
Il senso generale del lab pAlp fiction è riprendere le fila di una lettura femminista di questi temi che abbia al centro il nesso politica-corpi. Allo stesso tempo vorremmo avviare un percorso di ricerca comune che abbia sbocco in nuove pratiche di attacco e resistenza per superare la frammentarietà delle differenti soggettività femministe.
Tutte possono contribuire al laboratorio pAlp fiction, che sarà nomadico e moltimediale per cercare di intercettare altre realtà e altri linguaggi.
per info: palpfictionlab@gmail.com
A/matrix presenta pAlp fiction lab
Step one – incontro ravvicinato del primo tipo
Legge 40: chi l’ha vista?
Mercoledì 17 maggio 2006 @ Rialto Santambrogio
Via di S. Ambrogio 4
Dalle ore 17.00 alle ore 20.00
Alle elezioni politiche abbiamo scelto a chi fare opposizione, e ora, con menti curiose, senza tripudio né afflizione, vogliamo iniziare subito a smuovere il terreno delle false rassicurazioni. Curiose innanzitutto di sapere che fine ha fatto la legge 40. Di lei nel programma dell’Unione non c’era alcuna traccia. Forse perché si tratta di una legge talmente sbagliata e inemendabile che la si intende abrogare senza se e senza ma? Ci piacerebbe molto, dato che non può godere di alcuna immunità referendaria.
Invece se si fosse trattato solo di una svista, è giunto il momento di rimediare. Mesi, o meglio anni, di discussioni, elaborazioni e saperi femministi su corpo, sessualità e riproduzione vanno recuperati e messi a profitto. Purtroppo l’art. 1 della legge 40 è sempre lì a sancire lo statuto giuridico dell’embrione a discapito della madre. E che quel principio avrebbe aperto la strada alla messa in discussione della legge 194, l’avevamo detto.
Ma nel frattempo è successo qualcos’altro di inaspettato: il 14 gennaio 250.000 persone sono scese in piazza a Milano per rilanciare l’autodeterminazione delle donne. Ripartiamo da qui.
Interverranno tra le altre: Edda Billi (A.f.f.i, Casa internazionale delle donne), Gabriella Bonacchi (storica, Fondazione Basso), Lea Melandri (Usciamo dal silenzio), Grazia Zuffa (Fuoriluogo)
Comunicato stampa – Ministero della famiglia? No, grazie!
Il 17 maggio, su invito del gruppo femminista A/matrix, oltre sessanta donne e quattro uomini si sono incontrati al Rialtosantambrogio di Roma per il laboratorio PAlpfiction. Oggetto di discussione: legge 40 e dintorni. Ma ieri, giornata di debutto del governo Prodi, abbiamo visto materializzarsi in maniera inquietante nella composizione del nuovo esecutivo proprio l’immagine di società che sta dietro la legge sulla fecondazione assistita: una società fondata sulla famiglia, intesa come società naturale, composta da una coppia eterosessuale unita nel sacro vincolo del matrimonio in cui alla donna spettano i compiti della cura e della riproduzione. Nonostante non abbia piu’ nessuna corrispondenza con la complessità e la ricchezza delle relazioni che ogni giorno sperimentiamo come donne e uomini, alla Famiglia e’ stato addirittura dedicato un ministero.
Ma non è finita qui. Al di là della ridicolaggine delle quote femminili nel governo e al di là del fatto che 4 dei dicasteri sono senza portafoglio, la natura stessa dei
6 ministeri affidati a donne riproduce, come uno specchio distorto da
tunnel dell’orrore, quei ruoli sociali sterotipati nei quali anche il
governo di centrosinistra sembra voler incasellare le vite delle donne.
Prima delle elezioni, avevamo lanciato il laboratorio PAlpfiction dicendo
che avremmo esercitato un sano e consapevole conflitto verso questo
governo, ma non pensavamo di doverlo fare ancora prima del voto di fiducia.
Per questo da oggi riparte con ancora maggiore determinazione la
costruzione di un percorso politico fatto di incontri, assemblee ed eventi
che speriamo conduca presto anche ad una grossa manifestazione nazionale.
Per dimostrare che l’idea di società su cui si basa la legge 40 nella
realta’ non esiste piu’ e che, di conseguenza, il ministero della famiglia,
cosi’ come la legge 40, non hanno ragione di esistere.
Le donne e gli uomini del laboratorio pAlpfiction, Roma
A/matrix presenta pAlp fiction lab
Step two – incontro ravvicinato del secondo tipo
Quale politica per quali corpi
4 luglio 2006 @ Casa internazionale delle donne, Via della Lungara 19
ore 18.30
Abbiamo letto con preoccupazione la decisione del governo di istituire una commissione interministeriale di bioetica e le schermaglie bipartisan su legge 40 e ricerca scientifica. L’attuale maggioranza non sembra avere sufficienti anticorpi per sfuggire alla tentazione fondamentalista di imporre una morale di stato univoca e prescrittiva. Ce lo dimostra il fatto che a presiedere la commissione bioetica ci sarà il ministro degli interni, già autore di una proposta di modifica alla legge 40 che ne conservava completamente l’impostazione ultrafamilista per rassicurare la Cei. Il Grande Centro non è ancora nato ma ha già scelto la "biopolitica" come terreno costituente: il nucleo di angoscia ossessiva della politica istituzionale sembra essere proprio la separazione della sessualità dalla riproduzione. Una separazione operata dai movimenti femminista gay e lesbico degli anni Settanta che ha consentito il polimorfismo delle relazioni affettive e che viene radicalizzato oggi dalle possibilità offerte dalle biotecnologie. E’ a partire da questo scenario che proponiamo a gruppi e singole soggettività un incontro di discussione per capire come riaffermare oggi con forza la radicalità del nesso tra corpi, identità, sessualità e politica. Alcune domande ci tormentano. E’ vero che il controllo dei corpi attraverso la colonizzazione dei desideri ha trasformato la trasgressione sessuale in nuovo terreno edificabile per il mercato? In che modo e in che misura il potere è riuscito a sottomettere ad un’unica norma di desiderio tanti corpi dalle pulsioni dis-ordinate e polimorfiche? Se non c’è una sessualità reazionaria come non c’è una sessualità sovversiva in sé, ma esiste una politica del sesso che produce effetti su corpi e linguaggi, come aprire nuovi spazi di libertà? Proveremo a rispondere a queste ed altre domande, per lavorare alla costruzione di uno spazio pubblico di elaborazione e ricerca comune che metta al centro la concreta esperienza delle relazioni e degli immaginari che eccedono le pratiche normative e disciplinanti.
Sono stat@ invitat@ ad intervenire: Maria Rosa Cutrufelli, Maria Ornella Serpa, Sexyshock, Antagonismogay, le Connettive, Ottomila fibre, Circolo di cultura omosesseuale Mario Mieli.