Ciao Ornella !

<HIC SUNT LEONES> direbbe Ornella, accattivante
leonessa pronta al conflitto a suon di citazioni in latino.
Quante risate ci siamo fatte con lei giocando con il suo piglio da avvocata.
Nelle sue battaglie, affilate quanto disarmanti,
emergeva tutta la sua cultura e intelligenza di nuova donna del sud.
Prostituta per necessità e virtù, femminista
indomita. In altre parole, un disastro e una meraviglia.
Con Ornella abbiamo capito ed elaborato che non
esistono le donne biologiche, che ogni cosa nella
vita non è data, ma determinata. Lasciare la
prostituzione le ha portato tante complicazioni
con le quali non ha fatto in tempo a fare i conti.
Ornella ha vissuto sulla propria pelle, con la
lucidità della contraddizione, le ingiustizie di
questa società: la violenza sessista,
il ricatto del lavoro, la "normalità" assassina,
la violenza delle speculazioni che a Roma hanno
reso un privilegio il diritto alla casa.
Le ha attraversate tutte, ne ha portato i segni
addosso. Ha sempre lottato, con rabbia e dolcezza, e la pensiamo così.
Ma non ci mancherà. Perché Maria Ornella Serpa è
e sarà parte del nostro percorso, delle nostre vite e dei nostri progetti.

A/matrix ricorderà Ornella insieme alle amiche e
agli amici,

sabato 10 maggio

alla Casa Internazionale delle donne,

in via della Lungara 19 a Roma,

a partire dalle 16.30.

 

Per informazioni: amatrix@inventati.org

 

Umanità, dolcezza, rabbia

Ornella Serpa, una delle primissime militanti di Facciamo Breccia, è morta.
La ricordiamo attiva in molte circostanze, in particolare durante l’organizzazione del primo "no vat", quando è stata una delle pochissime presenti su Roma, o durante le contestazione di Ratzinger alla Sapienza.
Una vita sulla strada, una vita nelle lotte glt e femministe, una vita sulle barricate.
Una vita coraggiosa: il coraggio e l’orgoglio di non essere l’uomo d’onore che avrebbe dovuto, ma di essere una donna incazzata e tenera al contempo.


Ha vissuto le sue contraddizioni visceralmente, con umanità, dolcezza e rabbia: davvero troppo per questo mondo.
Una vita coraggiosa che ha pagato fino in fondo.
Per ora semplicemente possiamo dire che è morta una di noi, ma che proprio per questo abbiamo un motivo in più per vivere e combattere. Anche per lei, per la vita che ha fatto, perché aveva scelto anche noi come compagn* di strada del suo riscatto.
Hasta la breccia, Ornella!
Facciamo Breccia

 

La ricordano sex workers
di tutta Europa
Ornella è stata una compagna di lotta, un’attivista appassionata che ha avuto spesso il coraggio di denunciare e gridare scomode verità. Non si è mai tirata indietro ed ha avuto il coraggio di esporsi non solo per battersi contro le ingiustizie sociali, ma anche contro gli abusi di potere e l’arroganza che lei stessa ha subito dalle istituzioni. Le minacce e la violenza le ha provate sulla propria pelle, e anche gli affronti e quelle ferite psicologiche che incidono profondamente e restano incancellabili.
Ornella ha speso molta parte della vita per affermare il proprio diritto ad esistere. Perché quando non viene riconosciuta la propria soggettività, il proprio orientamento sessuale e il proprio genere di fatto ci viene impedito di esistere.
Siamo pervasi da modelli dominanti che pretendono di mettere al bando chi fa scelte non conformiste. Società la nostra fondata su quelle sacre famiglie patriarcali, benedette e bigotte che non esitano a chiudere le porte e il cuore anche ai propri figli pur di salvare le apparenze. Perfino l’aiuto e l’assistenza delle istituzioni viene meno quando non si è "conformi", anche questo lo ha toccato con mano Ornella.
Questa primavera si sta rivelando non solo sfortunata ma anche crudele, si è portata via una compagna combattiva e generosa che si era unita alle lotte di tante compagn* non solo per le cause che la riguardavano di persona, ma per le tante lotte per le libertà e i diritti di tutt* . Io non la dimenticherò, e tutte le sex workers del movimento europeo non la dimenticheranno.
Pia Covre

Occuperemo
una casa insieme
La materialità della vita pesa come pesano le cicatrici stampigliate sui corpi, e fanno la differenza. Mi sento una straniera e mi sento piccola di fronte a lei. Non ci sono parole possibili per colmare la distanza, mi sembra. E’ il suo sguardo denso che mi dice che non c’è vicinanza. Parole parole parole che risuonano a lato, come se non avessero la forza di mutare nulla.
Ma la chiacchierata di oggi è autentica, è diversa da sempre forse perché ci troviamo a parlare delle condizioni materiali delle nostre vite. Ci troviamo a parlare di case. La casa di cui abbiamo bisogno entrambe. Vogliamo una casa. Scopriamo che è l’obiettivo concretissimo che ci accomuna. La casa è un sacrosanto diritto, siamo accordo. Che fare? Dobbiamo costituirci in associazione, mi dice. Una associazione di donne, per organizzare una occupazione di donne. Occuperemo uno stabile a Roma, possibilmente nella zona centrale. Dobbiamo darci da fare da subito. Entusiasmo! Occupazione, autogestione. Risolveremo il nostro problema principale. Ma daremo alla cosa una valore aggiunto. Sarà una occupazione tutta al femminile. Ci inventeremo attività culturali, iniziative politiche, renderemo quello spazio un luogo di produzione di idee, con spazi condivisi, aperti all’esterno. Dopo l’esito elettorale ci metteremo a lavoro. Ci salutiamo piene zeppe di futuro dentro il corpo.
E’ passato meno di un mese da quel pomeriggio. E io la prendo alla lettera. Ci metteremo al lavoro da subito, cara Ornella.
Linda Santilli del Forum delle donne Prc

 

 

Oltre il femminismo "biologico"
Ornella è stata una presenza importante negli incontri della Rete femminista, non solo per le sue analisi sul "lavoro sessuale", ma soprattutto per la scioltezza con cui ci ha messo a confronto con la sua fisicità transgender. In questa è stata certamente al di là di ogni luogo comune, senza mai rivendicare una posizione particolare, ma assumendo fino in fondo la sua nuova identità. L’agio con cui stava nel giardino della Casa internazionale delle donne, mettendo al bando ogni curiosità morbosa, testimoniava del lavoro su di sé che indubbiamente aveva compiuto. La semplicità dei suoi saluti, affettuosi e fisici, e dei suoi interventi nel corso delle assemblee, contribuiva a cullarci nella soddisfazione di essere andate avanti rispetto a quel femminismo "biologico" che, almeno per le più grandi, rimaneva il nostro orgoglio, ma anche il nostro dubbio. Non era facile intravvedere nella sua calma sicurezza la difficoltà e la solitudine di un percorso di vita così innovativo, così radicalmente rivoluzionario. Di questo ci parla la sua morte prematura. Di questo e dell’incapacità di accogliere la diversità senza, in un modo o nell’altro, volerla normalizzare. Ancora – dunque – grazie, Ornella.
Bianca Pomeranzi della Rete femminista

 

Sembrava pronta
a lottare ancora
Ornella Serpa era una bellissima donna, bruna, dagli occhi scuri che ti guardavano dritto in faccia mentre dalla bocca le uscivano parole sincere, anche dure, critiche, senza indulgenza e senza diplomazia. Era molto colta, preparata giuridicamente sui diritti delle persone e in particolar modo di quelle che avevano deciso di non conformarsi, di non subire le imposizioni dei bigotti, dei campioni della doppia morale, degli ipocriti contro i quali combatteva strenuamente. L’ultima volta che ci siamo incontrati mi ha raccontato delle difficoltà esistenziali che stava vivendo, era piuttosto depressa ma la luce dei suoi occhi non si era spenta, sembrava fosse pronta a risollevarsi per continuare a lottare e infatti stava per cominciare a lavorare, a guadagnare il necessario per superare almeno gli ostacoli più vicini. Ciao Ornella, grazie per quello che ci hai insegnato, non ti dimenticheremo.
Saverio Aversa

 

Il libro
che non ha scritto
«Quando andrò in pensione scriverò un libro di fuoco sulle prostitute e sui clienti». Così mi prometteva Maria Ornella al termine di una intervista, nel dicembre 2006. Ci eravamo incontrate nel suo bar preferito di San Lorenzo, dove servono té e biscottini, e avevamo chiacchierato sul mondo della prostituzione. Scherzava, Ornella: «Con quei capelli biondi potresti farmi concorrenza». Infarciva il discorso con dotte citazioni in latino, il residuo degli studi di giurisprudenza. Era contraria alla legalizzazione della prostituzione perché, diceva, avrebbe legalizzato il dominio dell’uomo sulla donna. «In fondo tutti gli uomini sono clienti», amava ripetere. E così, quando le avevo chiesto come si immaginava a 60 anni, si era fermata un attimo per pensare, e poi aveva risposto che le sarebbe piaciuto scrivere un libro-denuncia per squarciare il velo di ipocrisia che circonda clienti e prostitute. Purtroppo quel tempo non è arrivato. E questo è il ricordo indelebile che ho di lei: un pomeriggio di lavoro trasformato in una chiacchierata piacevole e colta. Che la terra ti sia lieve, dolce Ornella.
Laura Eduati

Gli articoli
che non firmerà più
Ornella il giorno che l’ho conosciuta, alla Casa internazionale delle donne, per un dibattito sui Pacs: la sua era la relazione più "quadrata", più documentata, giuridicamente inattaccabile. Le sue mani le più curate.
Ornella durante un forum su movimento glbtq e femminismo qui a Liberazione : lucida, radicale, irriducibile nel chiedere meno leggi più diritti. Per tutte e tutti. Per le donne, le/i trans, le prostitute. I mondi che aveva attraversato. Le persone che le stavano a cuore. Con gli occhi a volte severi, a volte ridenti.
Ornella alle assemblee femministe. Ornella alle manifestazioni.
Ornella con la sua firma sul nostro giornale. Pochi pezzi, importanti, preziosi. Nati dal vivo della vita vissuta, intelligenti, ironici, capaci sempre di dare battaglia.
Ornella con la sua morte, per noi inattesa e ancora incredibile. Ci manchi già, ci mancherai moltissimo strada facendo.
Carla Cotti

 

Ornella…Trans con Cartella

Sappiamo che non si può ragionare con il
“se”, ma è la prima cosa che abbiamo fatto quando la notizia ci è
giunta: “se”avessimo capito che Ornella stava male avremmo potuto fare
qualcosa!
Se, se…  se si potesse tornare indietro…  forse Ornella…!
Tanti “se”, tanti “forse” che lasciano puntini e puntini sospensivi che
naturalmente si accavallano nella mente, nel ricordo di lei che nulla
cambiano e non  ci ridanno Ornella.
Ornella caparbia, Ornella
irriducibile, Ornella litigiosa, Ornella indomita, tutti aggettivi che
letti in maniera semplice e riduttiva risultavano negativi ma se
riferiti a una compagna di lotta come lei  erano tutti spiegabili per
il suo essere coerente e soprattutto giusta rispetto alla costruzione
di un mondo migliore, un mondo più femminile, più trans… più giusto!
Dopo anni di incontri in giro per manifestazioni, assemblee, convegni,
feste, quando oltre al suo essere molto attenta e alla sua sigaretta
sempre accesa, di lei non si sapeva molto, fino al suo debutto che fu
una vera e propria rivelazione perché, scoprimmo tutt*, era veramente
in gamba. Il suo grande pregio (non facile da trovare in giro)  era
quello di ascoltare molto e parlare quando era opportuno. Come si suol
dire “una di poche parole” ma di molti “fatti” come quando  contestò
Anatrella il teologo omofobo  facendosi trascinare via dalle forze dell’
ordine . O quando rivendicava il suo essere Prostituta in ambienti
ostili alla prostituzione come al Forum delle Donne. E di ricordi belli
ne abbiamo tanti.
Come MIT l’avevamo  coinvolta e si era coinvolta per
lavorare in una realtà difficile come quella romana ma Ornella nel suo
essere autonoma, ribelle,  autodeterminata, andava oltre il MIT, oltre
il Coordinamento Trans,oltre Facciamo  Breccia in cui molto
piacevolmente aveva militato, oltre tutti gli schieramenti e
associazioni di cui aveva fatto parte. 
La chiamavo ironicamente Trans
con Cartella, riprendendo i titoli di quadri famosi, per quella sua
cartellina porta documenti che , oltre alla sigaretta sempre accesa,
portava sempre tra le braccia appoggiata al petto.
Il soprannome
glielo avevo dato a Bruxelles durante il Convegno Europeo dei/delle Sex
Workers nell’Ottobre 2006 dove con lei condivisi la stessa camera di
albergo…. E chiaramente più che dei contenuti del Convegno ricordo
piacevolmente i deliri TRANS che insieme facevamo fino alla partenza
quando in ritardo sugli orari di imbarco, io cercavo di correre e lei
prendendosela comoda fu fermata alla dogana…. Mortacci tua me l’hai
tirata, ma dimme te che stavo a perde l’aereo pe davero!
Ciao Ornella,
la tua cartella piena di cose preziose la terremo qui, tra i nostri
documenti più importanti.
Il MIT

 

 

La notizia è tristemente ufficiale, ieri 2 maggio 2008 presso il Policlinico Umberto I si è spenta Maria Ornella Serpa:
non una donna, ma una super-donna (attivista in diversi gruppi e movimenti).

Vorrei non essere mesta nel ricordarti.
Molti ti hanno conosciuta per le tue capacità dialettiche, il tuo eloquio forbito, il tuo carattere forte, a volte, irascibile, di sicuro determinato e combattivo!
Altri, non hanno avuto il piacere di conoscerti personalmente; di te hanno solo potuto conoscere i tuoi comunicati, a volte, prolissi come ti rimproveravo: “Ornella, non puoi scrivere dei periodi cosi lunghi senza punteggiatura; Ornella, devi essere più sintetica!”.
E tu sagace mi rispondevi: “Quanto si vede che non hai studiato latino”, però  tenevi conto dei miei suggerimenti, e per me era una grande gioia ed un grande onore!
Io e pochi altri abbiamo avuto il privilegio di conoscere la vera Ornella, dolce, fragile, malinconica, con la paura di affezionarsi agli altri per il timore di soffrire!
Ricordi quando prendavamo i panini dallo zozzone a Porta Maggiore, andavamo da te e parlavamo di politica e filosofia fino alle 8 di mattina, come se fosse la cosa più “normale” del mondo?
E non c’è che dire, ero sempre io la prima a crollare, tu avresti potuto continuare all’infinito…
Credo che non ci saranno più momenti così belli per me: la bellezza di quei momenti stava nell’ essere in tua compagnia!
Ricordi quando ascoltavamo le canzoni di Ornella Vanoni ( però solo per pochi minuti perché dopo un po’ ti intristivano), oppure Milva che cantava “Lili Marlen”, e tu che la cantavi perfettamente in tedesco? Sei assurda, Ornie!!!
Si ti parlo al presente, come se tu fossi qui di fronte a me, in questo momento:
tu seduta sulla poltrona di pelle marrone sgarrupata ed io distesa sul lettino spostato accanto alla finestra.
E anche se gli occhi mi lacrimano, continuo a scrivere, perché tu non sei morta, perché un pezzo di te è nel cuore di tutte le persone che ti hanno conosciuta, perché io sono quella che sono anche grazie a te!!!

Mi mancherai Ornella
Il bene che ti voglio, solo tu lo sai!!!

Dolce Ornie, ora mi faccio chiamare Linda,
per molti sono Marina Borgia,
per altri Desideria
ma io sarò sempre la tua Cris!!!

Gli amici e le amiche di Arcitans Libellula2001 si rammaricano per la perdita dell’ amica Maria Ornella Serpa!

Care carissime compagne
vi abbracciamo con tutto l’affetto possibile
ricordando Ornella,  compagna  del nostro
camminare insieme. Tutto quello che potremmo
dirvi è banale di fronte alla morte.  Sentiteci
accanto a voi in un abbraccio che vi faccia
sentire il nostro "essere"con voi e col dolore
che ci sta davanti.  Grazie Ornella, ci siamo voliute bene.
Il Centro Donna L.I.S.A.

Carissima, avevo visto la mail in cui si parlava di Ornella, e a differenza di
altre, non avevo capito che fosse l’Ornella che conoscevo io. Me ne accorgo
oggi, e la cosa mi lascia ulteriormente sgomenta e addolorata. Conoscevo bene
Ornella, le sue battaglie, il suo piglio forte, la sua umanità, la sua
capacità di non lasciarsi mai sottomettere da alcuno/a. Ho lavorato molto con
donne come lei, quindi conosco bene la vita che hanno dovuto fare e le miserie
che hanno dovuto attraversare. L’ho vista l’ultima volta a Trieste, lo scorso
anno credo. L’ho vista e incontrata spesso a Bologna  e non dimentico le sue
scaramucce con Marcella. Conosco bene quel
mondo, con cui ho lavorato per anni.
Chi mi conosce sa che purtroppo mi ritrovo in
una situazione familiare difficile
e non posso essere a Roma il 10. Dategli una
rosa e un bacio a nome mio, lei mi
riconosscerà perchè sa chi sono e quali erano i miei rapporti con lei.
Scusatemi. Vi ringrazio e fate conto che io sia lì con voi. Un abbraccio a te
e a lei. Grazia Negrini. Bologna

Oggetto: Cordoglio del Sindaco e del Consiglio Comunale di San Severo per
la
scomparsa di Ornella Serpa

Il Consigliere Comunale EMILIANA CAVICCHIA PIZZICOLA ha informato chi
scrive
ed il Consiglio Comunale di San Severo, della improvvisa scomparsa di
ORNELLA SERPA.

         Interpretando il pensiero di tutti i componenti della
Amministrazione Comunale e del Consiglio Comunale, intendo ricordare il
forte impegno sociale che ha sempre caratterizzato l’attività di ORNELLA,
la
sua vita trascorsa lottando per l’emancipazione femminile, ribadendo sempre
ed in ogni circostanza il suo orgoglio di essere donna.

Nel corso della sua intensa attività sociale e di vita è sempre emerso un
coraggio infinito, un cuore grande che le ha consentito di affrontare a
testa alta ogni contraddizione e le palesi incongruenze della società in
cui
viviamo.

Ci uniamo al Vostro dolore e rinnoviamo il nostro cordoglio.

San Severo, 5 maggio 2008                                          
 Il Sindaco (Avv. Michele Santarelli)

Compagna di viaggio

Ornella, ci ha lasciato. Perdiamo una compagna di tante battaglie e che ha condiviso con noi un lungo percorso.
 E’ stata un punto di riferimento, la cui sola presenza ci rincuorava, spronava, ci dava forza per andare avanti.

Cara Hornie, mai avrei pensato, così presto [te ne sei andata giovanissima, 42anni] ad un “coccodrillo”… mai avrei considerato di riempire le pagine di questo blog
[che racconta di noi, delle nostre lotte] rievocando la tua preziosa esistenza attraverso gli amici e le amiche che ti hanno voluto bene, apprezzata e ricercata, perché unica.

Sei stata mia compagna di lotte e di impegno sociale. In questi anni ho conosciuto ed ascoltato le storie di tante “Ornelle”. Non ti sei mai risparmiata.
Generosa con tutti. Eri chiara, limpida. Eri Ornella, essenzialmente Ornella. Sarà faticoso fare a meno della tua umanità, intelligenza ed acume politico.

Mi mancherai, mancherai ai compagni e alle compagne di “A/matrix” e di “FacciamoBreccia”, mancherai a tutti noi.

Hai vissuto nella lotta, per la libertà e la giustizia sociale. Hai fatto il cammino giusto.

Ti ricorderò. Ciao amica mia.

Paolo Violi
 
http://fondazionemassimoconsoli.blogspot.com/2008/05/ornella-ciao.html

 

 

  

Massimo Alessandra Ornella Maria Serpa
Arrivato a Milano da poco, conobbi Massimo ai bastioni di porta venezia(settembre 1986, all’epoca non ancora Ornella. A quel tempo i bastioni erano un luogo di drag ma anche di incontro e chiacchiere tra omosessuali (non si usava ancora la parola gay).
Poche sere passate inssieme ed io rimango senza lavoro e lui mi dice: "vieni a lavorare dove lavoro io, stanno cercando". Sono rimasto di stucco, era neanche un mese che frequentavo il mondo omo di Milano e avevo già capito che se la facevano tutti addosso all’idea di presentare un amico checca come loro. Lui, calabrese cresciuto in un contesto fortemente maschilista e omofobo, mi invita a lavorare dove lavora egli stesso!! Il giorno dopo lavoraravamo insieme e litigavamo un giorno si e uno no per poi ritrovarci a fine settimana ad andare al one way (disco gay milanese) in metrò e tornare con "il principe azzurro" se ci andava bene in auto altrimenti in autostop/a piedi. Si all’epoca Ornella, pur essendo ancora Massimo sognava il principe azzurro come qualsiasi ragazzina Italiana ventenne. E quando lo trovava, quanto soffriva. Non riuscivo a capacitarmi che ne soffrisse tanto, quando io invece, soffrivo si ma capivo in fretta quando era finito e dovevo buttarmi alle spalle l’ultima illusione d’amore appena infranta. Lei, perché in quei casi saltava fuori la donna passionale che era sempre stata in lei, si scervellava per mesi nel cercare di comprendere cosa fosse successo quando finiva un amore. Ed è stato così sempre. Un anno e mezzo fà l’ennesimo che tradisce la sua ingenuità e che la fà incavolare, perché sì qualcosa è cambiato dal 1986, ora si arrabbia, odia gli uomini che la fanno soffrire, ma dentro è sempre così vulnerabile che ancora dopo 20 anni me ne stupisco e non la comprendo abbastanza da non ascoltarla sufficientemente come in quel momento avrei. Le dico: "ma come ancora a piangere per quello lì, dimenticalo…". Certe volte si ha bisogno di piangere per amore. E poi ascoltiamo meglio le parole che ci vengono confidate, con più attenzione e cercando di sentire con tutti i nostri sensi le emozioni dell’altro e non le nostre. Me lò ripeto sempre e lo faccio una volta su due.
Non è più dolce e nostalgico piangere per amore che per la dignità che ogni giorno Roma, l’Italia cercava di strapparle di dosso senza riuscirci.
Era troppo forte, passionale e donna mediterranea per andarsene e sradicarsi da questa terra e sapeva che doveva rimanere a Roma per questo. Ma era troppo avanti per vivere in questo paese, troppo avanti.
Ornella, grazie di esistere, perdonami se non sempre sono stato all’altezza di rapportarmi con te nel modo giusto.
Vedi di scrollarti di dosso il tuo straripante orgoglio nella prossima vita.
Se puoi scegliere la destinazione ti prego fà che ti rincontri al più presto che senza di te cosa faccio…
Daniel Battaglia

 

 


Ornella, un’Irregolare, una Sovversiva

Ornella era un’irregolare ed una sovversiva, per
questo le volevamo bene e la stimavano. Con lei,
così come Pia e Carla, come Forum delle donne di
rifondazione da diversi anni condividevamo la
riflessione sul complesso fenomeno della
prostituzione. Tante volte insieme abbiamo
contrastato le posizioni di certe femministe che
ancora si ostinano a non voler distinguere tra
prostituzione autonoma e libera e prostituzione
coercitiva. A tutti i nostri incontri pubblici
sul tema specifico ma anche a tutte le nostre
assemblee di movimento Ornella era sempre
invitata ad intervenire e le nostre relazioni
politiche e personali, diventavano sempre più
importanti. Ornella, i primi tempi era anche
considerata da alcun@ una persona scomoda, non
era un tipo da lasciarsi imbavagliare e con
fierezza affermava sempre la sua soggettività.
Ma propria la sua irrudicibilità a rompere gli
schemi e a sovvertire l’ordine del discorso ed
allo stesso tempo la sua capacità di stare ad
ascoltare e voler capire, di intervenire solo
quando lo riteneva opportuno stava a dimostrare
la sua grande intelligenza e la sua lucidità.
Una donna fiera e determinata, che nonostante
una vita dura e forse più difficile che per
tanti altri/e, non si arrendeva mai, non chinava
la testa, non indietreggiava, si prefiggeva un
obiettivo  e non mollava, una splendida donna
calabrese. Ma un’altra sua dote straordinaria
era la sua dolcezza e la sua capacità di
socializzare. Ornella era scevra da ogni
pregiudizio e stereotipo.  Ultimamente,
frequentando un corso di formazione
professionale, aveva conosciuto delle suore, era
maturato un bellissimo rapporto di reciprocità e
affetto. Proprio in questi giorni al termine di
un tirocinio di lavoro, sarebbe stata assunta.
Naturalmente era una tra le più brillanti del
suo corso, ma anche la persona che colleghe e
docenti ancora non riescono a farsi una ragione
che non ci sia più, come noi e tanti altr@!
Anche in questo nuovo progetto di vita, ci si
era immersa con tutta sé stessa, con serietà ed
impegno, determinata come al solito, aveva di
nuovo scelto ed anche se con notevoli sacrifici
aveva raggiunto il suo obiettivo. Ma non per
questo aveva abbandonato il suo impegno politico
e civile, sempre presente a tutte le iniziative,
a tutte le assemblee, alle manifestazioni.
Sempre impegnata nel suo collettivo, A/matrix.
L’indomita Ornella è e sarà sempre nei nostri cuori e pensieri.
L’averti conosciuta Ornella è quello che ancora
ci appassiona nelle nostre vite.
Un bacio

Rita Corneli
Elettra Deiana

Volevamo esserci, dovevamo esserci, ci siamo. A ricordare con tutte voi
Ornella, appena conosciuta.
Perchè ci ha così colpito e ferito la sua improvvisa assenza?
Era piena di messaggi e di storie, piena di angoscia, di forza, di una gioia
arrabbiata a cui non sapevamo dare nome, noi.
Adesso che manca vorremmo risentirne la voce ruvida, piegarci di nuovo sotto le
sue provocazioni dolorose e la sua allegria
e vorremmo ancora vederne il corpo alto, superbo, colpito, grande.
Ognuna la ricorda come l’ha vista e sentita e letta, in assemblee o riunioni o
riflessioni scritte, così  precisa e  puntuale ci colpiva e segnava il nostro
benessere e il suo malessere, con la potenza dell’intelligenza e dell’ironia.
Volevamo esserci, dovevamo esserci, oggi, a ricordare Ornella con tutte voi. Ma
non ci saremo, fisicamente. Per la noia e l’obbligo del lavoro e del territorio.
Vi abbracciamo tutte, abbracciamo Ornella come se fosse ancora, grande, bella,
acuta, tra noi, a mettere in crisi le nostre apparenti sicurezze.  
                                                       
Paola e Alessia
dai Castelli.

care amiche di a/matrix,
avrei voluto essere con voi domani per ricordare
insieme Ornella, della cui scomparsa ancora non
so darmi ragione, perchè conservo di lei
l’immagine, i sentimenti, le riflessioni che ci
siamo scambiate in piedi, appoggiate allo
stipite dell’ingresso di via del Policlinico non
molto tempo fa. Ornella mi raccontava le sue
difficoltà, di abitazione, lavoro, relazioni con
le donne, con la politica, io cercavo di vedere
insieme a lei strade di uscita, benchè
condividessi molti dei suoi dubbi, della sua rabbia, delle sue delusioni.
Mi ero affezionata quasi istintivamente, per
quel suo modo di esporsi nelle simpatie e di
ritrarsi al medesimo tempo, per la sensibilità e
l’intelligenza che le si leggeva negli occhi
prima ancora di sentirla parlare. Impossibile,
tutte le volte che ho preso la parola in qualche
incontro a Roma, non incrociare il suo sorriso
partecipe, incoraggiante. Un affetto, una
simpatia, una curiosità reciproca, che mi ha
fatto desiderare di conoscerla meglio, ragione
per cui le avevo proposto di fare con me una
conversazione per D La Repubblica. Le avevo
chiesto di cominciare  a mandarmi qualche breve
scritto su di lei, per sapere qualcosa della sua
storia, dei passaggi non facili della sua vita.
Non mi ha mai scritto e, quando l’ho rivista a
Roma, ho saputo con sorpresa dei disagi che
stava vivendo, senza casa e senza risorse
economiche. Abbiamo rimandato a quando avesse
avuto una situazione più stabile, una maggiore
disponibilità d’animo. Non immaginavo che non
l’avrei più rivista, che quel suo piglio
combattivo, quella determinazione a essere se
stessa, con le sue convinzioni, il suo
orgoglioso percorso ‘fuori norma’, anche quando
le tornava a svantaggio per la sua tranquillità,
l’avrebbe abbandonata. Non importa molto sapere
se ne ha piegato prima il corpo, la salute o la volontà di vivere.
Come ha scritto Angela Azzaro oggi su
Liberazione, Ornella ci lascia il dolore di non
poterla rincontrare, il ricordo della sua "gioia
di vivere" nonostante tutto, la passione politica con cui ha vissuto il
passaggio a un’identità femminile "fortemente
desiderata". Ma ci lascia anche una "domanda
ineludibile" per un movimento che ha inteso
costruire una socialità tra donne da cui non
fossero esclusi amcizia, affetti, amori,
solidarietà materiale e psicologica: che
alternativa abbiamo creato al sistema-famiglia,
alle cure che per dovere o amore lì ancora
vengono prodigate? Il "reddito per
l’autodeterminazione" è una battaglia
importante, anche perchè sia riconosciuto che
l’individuo è la cellula prima della società, e
non la coppia, la famiglia. Ma molto resterà
comuque da fare perchè i legami di sangue, le
parentele, gli amori esclusivi, perdano la loro
contraddittoria attrattiva, fatta di bisogno e
di rifiuto, perchè alla solitudine si risponda
con l’amicizia, al bisogno con la responsabilità di tutte.
Un abbraccio a tutte.
Lea

 

Cara Lea,
leggendoti mi sono commossa e ho pianto. Sia di dolore per Ornella, per
tutte le Ornelle del mondo che alla fine crollano perché il patriarcato ha
esaurito e sfiancato tutta la sua, loro, meravigliosa voglia di vivere
liberamente, sia dalla commozione per le tue bellissime parole che condivido
una per una e ti ringrazio per averle dette, certo meglio di me. Anche se
non ho conosciuto Ornella (perché i guai che sto passando – per
responsabilità sempre della cultura che ha condizionato e diretto tutti i
campi del sapere ecc. – in questo caso la scienza medica che anch’essa ha
pensiero, pratiche di origine patriarcale e del mio essermi fidata di quei
medici.  Non ho conosciuto Ornella forse anche perché i guai che medici di
quel tipo hanno prodotto guasti sul mio corpo che non mi consentono più di
essere presente ma costretta a casa limitando enormemente le mia abilità
fisiche. Spero di uscirne perché ho ritrovato una donna medico amica che mi
auguro possa aiutarmi a risolverli ) condivido le parole, le emozioni, i
sentimenti che tu hai espresso così bene. Partecipo al dolore di tutte per
la perdita così ingiusta e terribile di Ornella.
Speriamo di avere la forza – e io voglio cerderci e contarci – di portare
avanti tutte insieme pensieri, azioni e pratiche politiche che impediscano
per sempre che una come Ornella non possa vivere liberamente e felicemente
il suo modo meraviglioso di essere.
Grazie a te, grazie ad Ornella, a tutte quante partecipano e offrono per
piangerla e ricordarla sentimenti  e parole come le tue.
Un abbraccio a tutte voi/noi
M. Luisa

Oggi a piangere un po’ dappertutto, e tra le braccia di Beatrice Busi che affranta come era mi doveva consolare, non me lo sarei mai aspettato, non mi sarei aspettata mai che tu amica mia te ne potessi andare via così come è accaduto, io non sceneggio la meraviglia, io li sapevo i tuoi problemi e quanto fossi incazzata contro tutto e tutte/i,
me compresa, io mi giustificavo, cosa avrei potuto fare per te, visto che un da po’ più di un anno, per questioni che tu conosci molto bene, me ne ero andata dall’associazione in cui ero da anni, ergo non avevo più disponibilità di centri di accoglienza, strutture che potessero essere adeguate ad accogliere il tuo disagio, a casa mia certo non potevo ospitarti – tu sai perchè. Le motivazioni, che erano vere, adesso appaiono stupide, inutili, perchè di te, principessa senza trono, nè carrozza, nè regno, io sapevo assai bene. Tutto.  E non avere avuto soluzioni da renderti disponibili non mi esime dal provare dolore, perchè una cosa avrei comunque potuto fare. Esserci. Esserci di più, comunque.
Tu sapevi la mia vita caotica e quanto sudo, anche se di buonanimo, in questo gratificante benchè duro start-up della mia nuova cooperativa (di me)…
Pensavo che per portare avanti e forse condurre ad un qualche esito i discorsi i progetti le suggestioni con te ci fosse tempo. Cadevo nell’errore, che inficia la vita di molti, che le persone e le situazioni e le persone stiano sempre lì, ad attendere. Suggestione/illusione di immortalità (propria, altrui…).
Fallace.
Eri il porto sicuro al quale avrei voluto condurre le strampalate e provvisorie conclusioni di un lavoro intellettuale che da fronti diversi – oh, sì, diversi!!!- portavamo avanti.
E invece , all’improvviso, non ci sei stata più.
Nel pomeriggio, poi, ti ho vista sicura e incisiva come eri nel video che hanno proiettato, e singhiozzando come un vitello sentivo il desiderio di riportarti a me, a noi, ai discorsi che erano nostri, forse ciascuno di quelli che hai conosciuto conosceva un diverso pezzo di te, tutti i pezzi che componevano l’individualità profonda e vera che tu eri, e per averne la certezza poi, a casa, sono andata a rivedere le molteplici mail che ci siamo scambiate, e che altezza di discorso, che fatica e che gioia e che critica e quanto coraggio, nelle cose che mi dicevi… 

Se c’è una cosa che davvero voglio in questa sera in cui mi sommerge la tristezza è che il tuo passaggio tra di noi non sia stato invano.
Io metto a disposizione i miei ricordi e le cose che mi hai dette/scritte (ad esclusione di quelle troppo private) a tutt@ quell@ che hanno intelletto d’amore, perchè chi non ha avuto il bene di conoscerti sappia di te e di quanto valevi.
E spero che anche le/gli altr@ lo facciano, tutti insieme a lavorare intorno al puzzle di te, per realizzarlo in certezza e verità.

Ti voglio tanto bene, perchè, come me, stavi sempre in giro a fa’ casino!

Oria

 

Ciao Beatrice,
sono venuta a sapere dalla rassegna stampa mattuttina della scomparsa di Ornella e solo adesso, dopo il presidio antifascista a piazza Trilussa e il corteo per i vicoli di Trastevere, riesco a scrivere che una come lei non si dimentica.
Alla Flat e alle assemblee sono rimasta colpita dalla semplicità con la quale comunicava i suoi pensieri, i suoi problemi, le sue riflessioni sul libro appena letto, il suo modo dirompente di raccontarsi come una donna che aveva "solo le tette e non l’utero", manifestando un’umanità autentica, calda e coinvolgente.
Domani non potrò venire a salutarla, ma ho voluto mandarti il mio abbraccio e un pensiero a tutte le A/matrix!
Francesca Donnini

 

 

La solitudine mi ha fatto scorrere la rubrica del cellulare. C’era il numero di Ornella. Residui di pensiero magico mi hanno fatto credere che potevo mandarle un sms. Cosa vuol dire che non lo può più leggere? A ventisette anni la morte è lontana, nonostante il mio continuo riferimento ad essa. Ma è solo per esorcizzarla.
Pensare ad Ornella mi metteva serenità. L’ho conosciuta ad una protesta organizzata da me e pochi altri. Ricordo che alla fine stavano per pestarci nel territorio del Vaticano. Sorrido.
L’ho vista prostituirsi. Volevo fermarmi e portarla via. Ma dove? Non si vive di affetto. Mi ha scritto per dirmi che voleva cambiare vita. Sono stata sinceramente felice per lei, ma non so se gliel’ho detto. Ora è troppo tardi, e sento le lacrime in gola.
A volte, s’incontrano persone speciali. Senti che vorresti parlarci, ma è come se non ci si potesse più esprimere. Farsi vedere per quello che si è e che si sente. C’è sempre qualcosa di più “importante”  di cui discutere e occuparsi. Discutere con linguaggi astratti, esporre teorie, forse, solo per non affrontare il contingente.

Maria Ciminelli

 

In questo momento tanto doloroso per la scomparsa di
Ornella, vogliamo farvi sentire il nostro abbraccio convint@
che LEI avrebbe certamente voluto lottare ancora insieme per
il reddito e per la libertà!

La redazione di Infoxoa, rivista di quotidiano movimento

 

Salve. Conoscevo poco Ornella, avendola incontrata solo qualche volta alle
riunioni di Facciamo Breccia e mi aveva molto colpita; quando avevo scritto
una specie di storia dei rapporti tra trans e femministe (lesbiche) per
Porpora Marcasciano, qui pensavo proprio al collettivo A/matrix e a lei:

"Per lungo tempo ci fu una reciproca indifferenza tra due mondi che si
percepivano molto distanti [movimento femminista e movimento trans] […] Il
coinvolgimento delle associazioni transessuali [con quelle delle donne] si
formalizza successivamente nella collaborazione con i comitati delle
prostitute a progetti per la riduzione del danno e del pregiudizio e, a
livello non ufficiale, nella partecipazione di donne trans a collettivi
femministi".

Avrei voluto ricordarla insieme a voi, cosa che purtroppo mi è impossibile.
Per trovare un modo di essere lì anche io, ho chiesto ad Elena Biagini se da
parte mia poteva portare dei fiori per la cerimonia (o darvi l’equivalente
in denaro).

Ciao, N.M.

 

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