Sul movimento maschile

<<Riprendiamoci la vita>> è lo slogan che da anni il movimento maschile va gridando. Bisogno reale. Programma demistificato. Per gli uomini, al di fuori della fabbrica, della scuola, ecc. non esiste lo <<spazio verde>> del tempo libero. Essi sono oggetti del nostro lavoro domestico. Essi sono compromessi contro di noi col Capitale perchè sfruttano il nostro lavoro domestico, la nostra vita per poter sopravvivere loro.

Questa è la strettoia dove il Capitale li ha infognati. Ma non vederla come strettoia gli ha fatto concepire un programma riformista di lotta per la vita. Crisi nei rapporti, crisi nella sessualità, crisi di identità in sé stessi: sono lacerazioni che la lotta delle donne ha inflitto. Ma essi vogliono superare subito questa crisi, tagliando i tempi alla nostra lotta, esigendo subito una riforma del nostro rapporto con loro. Il giusto adeguamento nostro alle loro nuove esigenze, ai loro nuovi bisogni. Vogliono da noi un nuovo modo di lavorare. Ma la nostra lotta è rivoluzionaria, va in fondo alle cose! E’ tutta contro il lavoro, per la sua distruzione. La lotta delle donne: questo è il motore che ha stravolto completamente la vita capitalistica degli operai, dei proletari, degli studenti. Ma ne siamo orgogliose. La lotta delle donne contro il quotidiano lavoro domestico: vita come lavoro, sempre. Affetti come lavoro, sessualità come lavoro, sorrisi come lavoro, carezze come lavoro, toni di voce come lavoro, sogni addirittura faticosamente lavorati. La miseria del quotidiano ha avuto ancora un nome, una causa: il lavoro domestico. La vita come lavoro domestico dalle donne svolto, dagli uomini vissuto, preteso.

Volete riappropriarvi della vita?

Intanto, distruggete i padroni che sono in voi, distruggete le caratteristiche capitalistiche che sono in voi. Distruggetevi come nostri padroni. Distruggetevi come aspiratori inesauribili del nostro lavoro domestico. Non c’è altra via d’ uscita. Il risultato della nostra lotta, della distruzione del nostro quotidiano, della miseria del nostro quotidiano è spesso il deserto: deserto di sorrisi, di sguardi, di gesti, di parole, di attenzione, di affetto, di sentimenti, di amore, di tenerezza. Quando i fiori del giardino non profumano più, quando le foglie si rifiutano di sbocciare e gli uccelli di cantare, il padrone del giardino va in crisi. Ma è una crisi salutare. E’ la crisi del rapporto di potere. Ma il potere va distrutto non riformato. E allora? Compagni: state ad ascoltare le donne, guardate quello che fanno le donne, battete le mani e state contenti perchè la strada del piacere è stata finalmente battuta. Ma non accelerate i tempi altrimenti raccogliereste solo il frutto dei riformismo della vita. Ma è un frutto che puzza di morte.

 

da <<Le operaie della casa>> – giugno/luglio ’76

This entry was posted in f/ Come eravamo. Bookmark the permalink.