URSULA BIEMANN, GEOGRAFIE DEI CORPI MIGRANTI

TEKFESTIVAL e QWATZ presentano

Agadez Chronicle / installazione video
(Love&Dissent, Via Leonina 85, opening: 5 maggio h.18.30)

3 video-saggi
Performing the Border + Europlex – 6 maggio, ore Cinema Farnese, Piazza
Campo De’ Fiori, h.20.30
Writing Desire – 8 maggio, Cinema Farnese, Piazza Campo De’ Fiori h.18.30

Tutto è cominciato a Ciudad Juarez, città messicana al confine con gli
Stati Uniti nata intorno ai parchi industriali impiantati da
multinazionali col beneplacito del governo messicano. Qui Ursula Biemann
ha girato Performing the Border (1999) e cominciato il suo viaggio nei
territori più dark della globalizzazione.

 http://www.tekfestival.it 


Per descrivere il confine, la scrittrice chicana Gloria Anzaldua ha
usato la metafora del ‘nepantla’, lo spazio liminare e instabile che
apre a nuove idee e incontri vissuti con inquietudine. Vivere in questa
‘tierra disconoscida’ significa esperire uno stato di non appartenenza e
di trasformazione.
Cosi, per le protagoniste di Performing the Border la frontiera è lo
spazio dello sfruttamento e del controllo e, insieme, della
trasgressione da una rigida struttura patriarcale. Come l’identita’ di
genere si forma in un campo di negoziazioni e rituali disciplinari,
cosi’ anche il confine è frutto della reiterazione di dinamiche di
appartenenza ed esclusione che producono effetti materiali e affettivi.

Attorno all’idea che “genere e confine vengono performati
simultaneamente in specifiche condizioni economiche e spaziali” Ursula
Biemann ha costruito la trilogia di video-saggi che, oltre Performing
the Border comprende comprende Writing desire (2000) e Remote sensing
(2001), presentato al Tekfestival 2006. Gli ultimi due film sono
dedicati ai servizi affettivi e sessuali scambiati nel mercato globale
del sesso aperto dalla fine della Guerra Fredda. L’estetica di Writing
Desire incorpora i codici delle interface grafiche della rete con un
montaggio frammentato che simula la navigazione online. Attraverso
l’analisi del fenomeno del traffico delle spose e quello delle
“amicizie” a distanza, l’artista mostra Internet come spazio ideale per
il marketing del desiderio e la tessitura di relazioni basate sulla
fantasia di corpi assenti.

Le contraddizioni dello spazio europeo, stretto tra la crescente
circolazione di merci e la chiusura dei confini, emergono negli ultimi
lavori dell’artista svizzera, da Europlex (2003) ad Agadez Chronicle che
visualizzano “la vita in movimento” tra le varie sponde del Mediterraneo.
Le contro-geografie di Biemann mostrano la pluralità dei passaggi dei
migranti. La loro relazione coi confini è mobile, frutto del conflitto
constante tra i tentativi degli stati di irregimentare la mobilità e il
desiderio delle persone di abitare le possibilita’ aperti dalla
globalizzazione.
Biemann concede poco e nulla alle metafore romantiche del nomadismo e si
concentra sull’ambivanza dell’esperienza migratoria. Nei suoi
video-saggi, spesso realizzati in collaborazione con altri artisti,
attivisti e studiosi, i migranti emergono come “soggetti politici” che
acquiscono voce propria.

Ursula Biemann. Geografie dei corpi migranti e’ organizzato con il
sostegno della Provincia di Roma e dell’Istituto Svizzero di Roma. In
collaborazione con 1:1projects e Love and Dissent.

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