“Noi non ci accodiamo” – Roma 4_11_06

Avevamo annunciato che avremmo attraversato la manifestazione del 4 novembre sulla precarietà con un percorso nomade, piratesco, autonomo. Siamo scese in piazza munite di coda pelosa, arto alieno di quante non si fanno addomesticare,  di quante vogliono sfuggire al ricatto ed alla violenza della famiglia e della precarietà, di quante quotidianamente agiscono la propria diserzione.

(guarda il video

http://video.google.it/videoplay?docid=6538454121534150461)

 

 

 

Siamo scese in piazza munite di code per non accodarci alla logica della prossimità e dei distanziamenti, a chi non mette a tema  una critica radicale all’impostazione familista e lavorista del welfare- perfettamente rispettata da questa finanziaria-, a chi non riconosce il nesso che lega la legge 30 ed il pacchetto Treu, che hanno recepito la tendenza delle nuove forme di impiego a mettere a lavoro le vite ed a sottrarre i corpi al desiderio, alla legge 40, che di questo processo di sottrazione e normazione è l’espressione compiuta.

Abbiamo espresso la nostra autonomia bloccando temporaneamente e a più riprese il corteo con le nostre code, declinando i nostri contenuti, reclamando un reddito incondizionato e garantito che permetta a tutte di autodeterminarsi, di uscire dal ricatto della famiglia e da quello del lavoro. Qualcuno l’ha presa bene, qualcun altro un po’ meno. Qualcuno ci ha dato delle “matte”, qualcun altro, tardottocentescamente, delle “zitelle”. Qualcuno si è incordonato per “difendere” il corteo (da undici donne!), qualcun altro ha pazientemente aspettato che ci togliessimo di torno o ha, addirittura, ripetuto i nostri slogan.

Abbiamo voluto cogliere l’occasione del 4 novembre per cominciare a dire la nostra, ma vorremmo lanciare la proposta di un percorso autonomo di analisi e di iniziativa femminista sui temi della precarietà e del reddito che vada ben oltre quella data e coinvolga tante altre donne che sentano la stessa necessità.

 

 

Noi non ci accodiamo!


Vogliamo attraversare la manifestazione del 4 novembre sulla precarietà
praticando forme di resistenza all’invadenza delle nuove forme di lavoro.

Nel pretendere un reddito garantito che consenta di liberarci
dalle maglie della famiglia, dai ricatti del lavoro, dalla violenza della precarietà quotidiana,
agitiamo la nostra coda colorata, pelosa, sinuosa
per spazzare via la noia dei tentativi di addomesticarci.

Sventoliamo le nostre code in faccia a chi ci vuole negare il reddito che ci spetta.

Le code sono il simbolo della nostra capacità di trasformare il ricatto e la violenza
nella consapevolezza che non saremo mai vostre.
Sono la nostra via di fuga dall’alienazione.

Aliene come vogliamo noi. Sventoliamo insieme le nostre code!

Questa pratica è riproducibile ovunque da chiunque. Ma se volete riprodurvi (o ac-codarvi) con a/matrix scrivete ad amatrix@inventati.org

 

 Il 4 novembre prossimo si svolgerà a Roma una manifestazione contro la precarietà. Vorremmo esserci perchè ci sentiamo libere di stare in piazza e per le strade, risignificandole con i nostri modi ed i nostri contenuti.

Il lavoro di cura da secoli svolto dalle donne – relazionale e affettivo, ma insieme flessibile, indistinto e pervasivo – è stato assunto come paradigma del lavoro in generale. Le sfere della produzione e della riproduzione – intesa in senso biologico, relazionale, linguistico,
affettivo, in una parola, sociale – risultano interrellate fino a sovrapporsi, rendendo sempre più sfumata la separazione tra lavoro e vita.

Hanno promesso quella flessibilità che potrebbe liberare dalle logiche schiaccianti del posto fisso e del cartellino come modalità di autogestione e autovalorizzazione del proprio spazio/tempo di vita e di lavoro. Ci hanno dato precarietà.

Costrette a prendere quello che è concesso finchè dura, siamo in bilico, ricattabili, esposte a vecchie forme di violenza e a nuove logiche di sottrazione dei nostri desideri e dei nostri corpi, sia nella sfera privata che nella sfera pubblica. Il tentativo di mettere al lavoro le nostre vite e di appropriarsi dei nostri corpi strappandoli al desiderio, sotteso alla legge 30 e ancora prima al pacchetto Treu, ha trovato compiutezza nell’impianto familista, scientista e oscurantista della legge 40 sulla fecondazione assistita.

Un tentativo al quale non si è sottratto il nuovo governo inauguratosi con l’istituzione del Ministero della famiglia e con una finanziaria che, modellando ancora una volta i dispositivi di protezione sociale sulla famiglia patriarcale e sul lavoro garantito, disconosce la vita di donne precarie, single o con relazioni non certificate.

Equilibriste del lavoro e delle relazioni affettive, da tutto questo noi usciamo, anzi siamo già fuori. Fuori dal lavoro, fuori dalla famiglia: per un reddito garantito e incondizionato che permetta a tutte di autodeterminarsi e di uscire dal ricatto e dalla violenza, contro l’impianto lavorista e familista della finanziaria e contro ogni tentativo di normare i nostri corpi e i nostri desideri.

Per questo vorremmo attraversare la manifestazione del 4 novembre con un percorso nomade, autonomo, critico e comunicativo.
Per sottrarci alla logica delle prossimità e dei distanziamenti, mettendo in gioco una pratica della parodia sia dei ruoli di genere che delle forme tradizionali della politica. Perchè, con tante altre, su questi temi desideriamo costruire un percorso di analisi e di iniziativa politica che venga prima del 4 novembre per andare ben oltre.

per proposte, suggerimenti e info: amatrix@inventati.org

 

 

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